La storia della lingerie da Adamo ed Eva ad Intimissimi

C’è  stato un tempo in cui in giro per il mondo andava Adamo ed Eva, con tutti i gioielli della corona in bella vista fregandosene di chi osservava, (beh in effetti era facile, c’erano solo loro due ed alla fine, brutti o belli, erano predestinati l’uno per l’altra e così era se si voleva far crescere la specie).
Da maschio etero convinto, direi che non poteva andargli meglio ad Adamo… o forse no. Anzi, no, a pensarci doveva essere una noia incredibile, già perché anche se era agli albori, il comune senso del pudore era zero, essendo zero, non esisteva la vergogna, non esisteva il proibizionismo, per cui di pari passo non esisteva la “situation” quella sul genere vedo e non vedo, con incorporato arrapamento a bestia…

Facendo due conti e in meno di due tre righe di scritto, non era un gran che al tempo!
Fortunatamente la storia ci racconta qualcosa di diverso con il passare dei secoli.
Storicamente appunto, il primo indumento intimo, il primato per la lingerie la dobbiamo agli egizi. Le nobili femmine egizie solevano indossare sotto al vestito vero e proprio delle tuniche a contatto con la pelle. Non ci è dato sapere se questo veniva fatto per semplice voluttà.
Immagino come magari in una “situation camporella” ci fosse l’impaccio di togliere o alzare le varie vesti, una sopra l’altra, propio mentre l’eccitazione toccava quota massima.
I greci comunque ripresero questo modo di vestirsi anche loro con dei teli che divennero man mano delle camice in lino lunghe fino ai piedi indossate sotto le vesti “ufficiali”.
Arrivarono i romani, signori miei la civiltà che, che che se ne dica parte proprio da qui, abbiamo sotto l’impero la svolta vera e propria e possiamo parlare di lingerie, di intimo come lo conosciamo oggi…

Così si diffusero i “mammillari” quelli che secoli dopo divennero i  reggiseni, una sorta di fasce di cuoio che schiacciavano il seno (al tempo le forme andavano nascoste per qualche ignoto motivo). Ma non solo, c’erano i cestus, una sorta di busti, delle guaine che stringevano il giro vita e le “mutandae“, primo esempio di slip, dal nome “mutare” dovuto al fatto che andavano lavate con una certa frequenza.
La storia ci racconta fino al rinascimento, di accessori per nascondere celare appiattire, una sorta di moda che troviamo descritta sia in opere che in raffigurazione con donne “iper” strizzate.
Sembrerà incredibile, ma per avere il concetto di intimo, di lingerie dobbiamo attendere il medio evo, più esattamente tardo medio evo, poiché in genere fino a quel tempo c’era il concetto delle sotto vesti, vestiti più fini da portare a contatto con la pelle…

Sempre nel medio evo, si scopre la seta. Come diretta conseguenza si hanno notizie delle prime calze in seta, ma c’e’ da stupirsi ( o forse no) che tale indumento, (parliamo di leggins o pantacollant) fosse utilizzato non dalle donne bensì dagli uomini e soltanto a loro risevato.
Arriva il rinascimento, la rivoluzione, la monarchia e via così dicendo.
Cambiano i costumi cambiano le mode cambia completamente il modo di viviere, e possiamo tranquillamente individuare nella Francia come esponente massimo di questo forte cambiamento.
Compaiono i mutandoni “brachesse” e l’indumento intimo per eccellenza sono i camicioni, misura minima consentita dal comune senso del pudore, “sotto al ginocchio”.

Per avere un capo di lingerie con la filosofia che determina la lingerie dei giorni nostri e cioè enfatizzare mostrare accentuare rendere sexy, dobbiamo aspettare il tardo seicento, da quì inizia la vera storia della lingerie, partendo da un laccetto che tiene le calze su… La famosa giarrettiera.
Compaiono i primi bustini o corsetti che strizzano la lady dal sotto seno fino alla vita e all’alba del 700 nasce anche il cosi detto “paniere“, una gabbia di cerchi in vimini ancorata intorno alla vita, solitamente attaccata al bustino o tutt’uno con esso. Un nuovo concetto della forma femminile con ampia enfatizzazione il fono schiena.
Sempre nello stesso periodo va di gran moda il sotto gonna, altro modo per gonfiare la gonna stessa ed enfatizzare la vita e il lato b.

Arriva il 1800 e con esso l’impero incontrastato del bustino, la moda lancia il vitino da vespa per le donne e da qui il termine guêpière (dal termine guepie = vespa), come sempre si estremizza, a tal punto che in questo periodo clinicamente si riscontrano casi di distorsione della colonna vertebrale, tanto stringevano i bustini.
Questi per lo piu erano una sorta di gancetti o fasce di osso di balena, e venivano stretti appunto a “morte” per avere il giro vita davvero minimal.

La storia della biancheria intima o lingerie è facilmente associabile a quella della liberazione femminile e osservando l’evoluzione dell’intimo femminile si può segnare precisamente il passaggio dalla condizione sociale di costrizione a quella di libertà. Il bustino con le stecche di balena, gli stringi-seno, i mutandoni e le giarrettiere che segavano le gambe, quell’insieme di nodi ganci e bottoni, tutti elementi che sottolineavano la schiavitù, l’impaccio e la difficoltà di movimento. Tutto questo fino agli inizi del 900, un secolo rivoluzionario in questo campo.
Inizio indiscusso della liberazione da tutti quegli indumenti che affliggevano le donne con bustini stretti all’inverosimile e quindi come abbiamo già detto dell’emancipazione e liberazione della donna da tutti i vincoli medioevali.

1913
La liberazione femminile segue di pari passo l’industrializzazione, nuovi materiali, nuove filosofie, comparirono i primi reggiseni e gli slip, ma soprattutto con i nuovi tessuti trasparenti vengono abbandonati del tutto i pesanti indumenti intimi fino ad allora usati. Ora il vestiario intimo si spoglia dalle grandi e pesanti restrizioni per qualcosa di più leggero…
L’indumento intimo femminile più usato è la sottoveste. I vecchi mutandoni si accorciano per diventare culotte e slip e con l’invenzione del Nylon, entrano in scena le prime calze, un accessorio della lingerie irrinunciabile per qualsiasi donna che si rinnoverà fino ai giorni nostri (leggi anche “le calze in nylon, un vero strumento di seduzione)
Arrivano le guerre, la seconda guerra mondiale, una nuova concezione economica, una economia diversa, i tessuti divengono più abbordabili e la lingerie finalmente viene consegnata alle masse, alla grande distribuzione. Si assiste ( in alcune nicchie di mercato e di tanto in tanto nel grande turbinio della moda) al ritorno della lingerie cosi detta “scomoda”con bustini e guêpière in testa, ma questa volta è solo per intento seduttivo ed esibizionista.

Con l’emancipazione femminile inizia anche l’emancipazione del under wear, avviene il cambiamento di rotta verso la libertà anche dell’intimo femminile, nascono così il reggiseno elasticizzato come pure lo slip sempre elasticizzato e il posto delle calze viene preso dal collant facile e veloce da indossare sotto le minigonne.
Oggi che la donna ha trovato la sua dimensione,  punta a sedurre, quindi abbiamo i nuovi reggiseni push-up, poi il tanga il perizoma ma anche il ritorno delle calze, delle autoreggenti con il silicone applicato alle balze in pizzo fatte con materiali innocui per le gambe, slip rimodellanti al pari dei push-up e via così dicendo. La vita si assottiglia ancora una volta ma adesso i nuovi tessuti elasticizzati permettono di vestire senza sofferenza permettendo di mettere in evidenza seni prosperosi… il cinema proietta pellicole con attrici in lingerie, diventando così un vero e proprio fenomeno di costume, tanto che addirittura un film americano viene girato con l’attrice che indossa una camicia da notte talmente corta da dare nome al Babydoll, il film si intitolava appunto“Babydoll, la bambola viva” ma la rivoluzione che prima richiedeva secoli, e poi anni, oggi richiede appena giorni, mentre parliamo chissà quanti nuovi materiali si stanno inventando e quanti stanno uscendo come news nel mercato…

Ma la domanda che mi frulla per la testa ora è:
E DOMANI ??? A voi la risposta se ne avete una.

A. A.

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